ENPALS

 

 

Il sistema ci riprova. Vogliono portare competizione, regolamentazione, consociativismo nell'arte a partire dalal musica. La notizia circa la creazione di una specie di sindacato, ma secondo un'altra versione sembra sia una specie di fondo di previdenza, obbligatorio per gli artisti del settore musicale mi ha sconvolto l'esistenza delle ultime settimane. Allego in seguito dei materiali che ho scambiato con amici nelle varie mailing list o via E-Mail in modo da potermi/vi fare un idea della situazione che credo molto critica nei confronti di una 'democrazia artistica'. Sebbene io pensi che sia giusto e comprensibile un tentativo di regolamentazione del sistema di produzione dello spettacolo (è giusto che se si trae guadagno da un industria anche quella dello spettacolo si debbano pagare le giuste tasse), d'altro canto mi sembra che questo sistema miri ad attaccare la libertà, in un settore come quello artistico che prevede un'ampia area di dilettantismo, scarsamene renumerativa dal punto di vista economico. Gruppi dilettanti che cercano solo la ribalta di una sera, e qualche soldo per comprarsi un impianto e bersi due birre in compagnia degli amici a scrocco del locale, non possono rappresentare un pericolo alla stabilità economica dell'Italia. Compensi di 2-300.000 lire in nero se suddivisi nei soliti 3-4 componenti della band bastano solamente a fare un piccolo fondo cassa per il gruppo a cui attinegere per la manutenzione degli strumenti e i costi di trasporto. Tassarli significherebbe dare un grosso problema amministrativo per gruppi spesso di minorenni, o comunque di giovani che non sono abili a districarsi nelle paludose reti di Partite IVA, anessi e connessi. In generale porterebbe all'ipossibilità di affacciarsi su un mercato semiprofessionistico senza doversi appoggiare ad organi di controllo e speculativi. Non penso che un piccolo e giovan gruppo possa permettersi di aprire partite IVA, costose di per se, che non sarebbero nemmeno coperte dai soklitamente scarsi introiti.

Il tutto mi sembra un tentativo di professionisti e semiprofessionisti, nonché di apparati speculativi come cooperative ed agenzie (dopo il lavoro temporaneo vogilno anceh appaltare l'arte) di monopolizzare il mercato musicale (già di per se molto chiuso). I grandi locali fanno suonare solo cover band oppure gruppi già affermati, ed in generale per avere serate di una certa importanza bisogna sempre passare attraverso agenzie che ovviamente speculano sugli ingaggi delle band e portano ad un doppio controllo sulla produzone artistica; non solo una band divene responsabile nei confronti del locale (e problemi ce ne sono sempre per un sacco di motivazioni che non sto ad elencare) ma anche del proprio atteggiamento nei confronti della propria agenzia (se si sgarra possono probabimente toglierti dal mercato). Resta quindi un mercato chiuso ai giovani ed agli innovatori (e lo potete vedere andando in locali come Notturna, La Cupola e Tipitinas… qual è il pubblico e i gruppi che si esibiscono, bravi ma per quanto riguarda l'aspetto artistico e l'innovazione sono pressochè nulli.

Restano i piccoli locali che devono per forza pagare i gruppi in nero somme irrisorie per potere andare a pari con i costi, ma che tuttavia permettono a i giovani gruppi di fare gavetta ed avere la soddisfazione di percepire una mancia.

Il tutto mi sembra una bella e ampilia orchestrazione da parte delle forze politiche ed economiche contro l'idividualità artistica e la libertà di espressione. Il coprifuoco agli spettacoli musicali, il boicottagigo per feste come L'Happening a Bergamo oppure l'Arca Rock ad Osio, l'annullamento del Rangarock di Ranica (dicono per motivi economici) sono segnali di come la musica indipendente sia osteggiata dalle istituzioni. I locali cittadini per musica dal vivo a Bergamo sono stati quasi resi innoqui, tra la non concessione di permessi e il coprifuoco alle 23 (al max 23.30) oltre che alle (giustamente ma forse troppo) strette norme di sicurezza per gli spettacoli e alti costi per la SIAE. Lo stesso vale per locali in provincia (ho notato che il vechcio mitico Damy di Curno è stato definitivamente demolito, il Magic World di Zanica che ci ha fatto suonare ha rinunciato alla programmazione dal vivo. Nel caso della applicazione di questa presunta nuova regolamentazione credo che quasi tutti i locali piccoli siano costretti a sceglier la strada del (No Live Music).

Ricordo inoltre che in una città come Bergamo, si è privi di centri per la musica, in particolare a prezzi abbordabili per i gruppi. La associazione comunale Sound Check che era l'unica garantire (un'unica sala ..Sigh!) al costo di 7.000 lire l'ora a quanto pare chiuderà i battenti l'anno prossimo per essere trasferita a Torre Boldone, lasciando scoperta l'intera area ovest della città per tale servizio. In tale contesto si ringrazia molto la Circosrizione di Loreto e Longuelo che aveva garantito ai nostri gruppi sfrattati una sala all'interno dell''ampliato' complesso messo a disposizione della Sound Check. Dopo due anni di parole al vento il Presidente Bruno Bonati ha disatteso ogni parola e promessa fatta senza per altro farci avere alcuna comunicazione in due anni. Le altre sale in Bergamo restano a prezzi inaccessibili, 15-20 carte all'ora come minimo, per gruppi debuttanti che averebbero bisogno di giornate intere per imparare a suonare, prezzi da strozzinaggio che permettono di suonare con comodità a 'ricchi' o professionisti che provano cover da suonare nei locali per le milionatine concessegli. All'unico centro sociale c'è una sola sala prove, peraltro poco reclamizzata e della quale spero di sapere al più presto le disponibilità.

Scusate il tema… spero possa essere di spunto per vostre riflessioni.. Seguiranno gli allegati appena gli autori mi permetteranno di metterli in rete.

 

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Marko

 

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