Festa
Stasera sono stato ad una festa, da invitato, e come al solito avendo deciso all'ultimo momento, a mani vuote, ma un sorriso alla festeggiata c'è chi dice sia già un bel regalo….alla fine comunque eccomi salire le scale di dopo aver spalancato quell'antico portone in città alta.
Le voci del party si udivano e decine di metri lungo la strada del borgo, ora si fanno più forti… una amica m'abbraccia venendomi incontro e mi conduce quasi di peso dalla festeggaita.
Veronica è lì, splendida, con un abitino datogli in prestito da una sua amica americana, con i suoi capelli neri ed esplosivi, gli occhi grandi che ti ci puoi specchiare. Faccio la fila perché è la sua serata e bisogna aver pazienza per ricevere il bacio e abbraccio della star.
Due sorrisi……due parole che scivolano via…poi scivolo via anche io….decine di facce, pressochè sconosciute, mi sento frastornato, ricerco volti noti arrampicandomi sulla punta dei piedi, ma è una missione inutile, mi sento piccolo, più piccolo che mai… mi appoggio al tavolo, verso un poco di vino, ma non ne ho voglia, lo butto giù per finirlo e mi scolo Coca Cola alternata a succo d'arancia. Un sorso di tequila per fare contenta Veronica ed il suo amico, poi torno a brancolare nel buio intorno. La stanza è fin troppo illuminata, passeggio anonimo tra le persone finchè non trovo un angolo in cui appoggiarmi a fianco ad una finestra…come un pugile all'angolo (e mi viene l'istinto di alzare le braccia e scordicarmi alle corde) ormai sconfitto a guardare tra la folla l'umore che serpeggia, cercando d'incrociare uno sguardo di compassione, una pacca sulle spalle, una carezza.
Affilo lo sguardo, e mi spingo ancora più indietro. Tutti sembrano a loro agio, o quasi; qualcuno stanco talvolta si accascia in fianco a me sul divano, mi sorride e si rivolta, io silente osservo ed ascolto, un ruolo che raramente interpreto, abituato a mettermi sempre in discussione, a saltellare tra le persone scaricando parole, pacche e sorrisi a destra e manca. Ed invece eccomi lì a muovere quasi timidamente gli occhi, osservando quel pulsare di vita che mi stordisce e mi rende impotente. Guardo e vedo cose che non comprendo, ragiono sul come gli americani sono proprio degli americani, non sono finzioni come ballano nei film, sono così… a me sembrano degli idioti con tutto quell'ancheggiare sulle note di un basso funky, quelle smorfie e giochi di braccia e di gambe, volgare e sensuale allo stesso tempo…..OK ho dato un senso alla serata, ho imparato una lezione…torno a muovere gli occhi qualcuno leva le tende, posso prendere il giubbino e uscire non da primo, saluto e sono già in strada, meditando se è una fuga e semplicemente un ritorno a casa….
Mi fermo sulla strada , un paesaggio di sterminate stelle brilla ai miei piedi, anni fa ci scrissi una canzone camminando poche centinaia di metri più in basso…..non so come mai solo ora mi domando perché le luci più lontante brillano vibrando, mentre i fari più vicini sono fissi nella loro freddezza… roba da scriverci un tema…..
Rientro in macchina e accendo l'autoradio che mi ripropone Confidenziale, lasciato dentro nel pomeriggio quando con il mio clarinettista meditavamo una versione di "Amo Lei"… ma è il turno di "Beato Me" e "Giorno Balordo"…. Penso di mandare il testo della prima ad una amica in difficoltà forse ha bisogno di un arma, che è il "coraggio di vivere".
Mi fermo ad ascoltarle, pensando alla distanza che mi lega ad esse, appoggiando la testa al sedile raccolgo canticchiando sottovoce fino all'ultima nota di "Giorno Balordo". E vorrei stare lì eternizzando quel momento in cui godo della mia tristezza, di un vuoto che si fa grande ma pulsante, cercando di dare un senso a quegli attimi in cui sentendo e vivendo certe situazioni mi sento unico, inviolabile…. Poi cerco parole per descriverlo, ma è un po' come descrivere il senso di tutto…. "e il tutto non puoi"…..
Nota : Mi scuso con Veronica più volte citata, una splendida ragazza… ciao Marko.